mercoledì 6 aprile 2016

Quattro giorni in paradiso

La scorsa settimana, approfittando della disponibilità di un posto dove andare a dormire grazie alla zia di Mattia, siamo andati a fare una specie di mini viaggio di nozze a Roma. Entrambi avevamo già visitato la capitale, io con la scuola, lui con la famiglia, ma abbiamo pensato che c’è sempre qualcosa di nuovo da trovare o anche solo riscoprire. Quindi abbiamo fatto la valigia, scelto le scarpe più comode e abbiamo preso il treno verso una delle città più belle al mondo.

Bambina con Colomba,
presente ai Musei Capitolini
Se è vero che a me piace andare in giro anche alla cieca, per Mattia vale il contrario. Nei giorni precedenti alla partenza ha scandagliato per bene il web e ha creato una sorta di mappa delle cose da fare. Quando si va in una città come Roma e si hanno pochi giorni a disposizione, è assolutamente necessario fare una scaletta, perché altrimenti solo camminando e fermandoti a vedere quello che trovi al momento perderesti ore ed ore, rischiando di non riuscire a vedere quello a cui tenevi. Ma è stato proprio grazie a questa prima ricognizione, che Mattia ha trovato quello che è stata per noi una manna dal cielo: il Roma Pass! Con la modica cifra di 36 euro a testa, il Roma Pass ci ha dato l’opportunità di entrare in due luoghi a nostra scelta gratis (per noi i Musei Capitolini e Colosseo con Fori Romani e Palatino), poi entrare in tutti gli altri siti a prezzo ridotto, ma, soprattutto, viaggiare gratis con l’ATAC . Considerando che abbiamo fatto decine di viaggi tra bus, metro e tram, ce lo siamo praticamente ripagato in toto, quindi ve lo consiglio se doveste andare a Roma per 4-5 giorni. 

Penso che sia inutile dirvi quanto sia bella Roma: è una città incredibile, nuovo e antico si fondono, a volte con risultati scarsi, altre in maniera magnifica. 
Ma Roma è qualcosa di più: come tutte le grandi città metropolitane e piene di turisti, è un coacervo di lingue e persone diverse. In pochi metri quadrati puoi sentire parlare inglese, francese, russo, tedesco e mille altre, vedi scolari poco interessati, guide con l’ombrello alzato e romani ormai rassegnati a dover combattere contro orde di turisti che si riversano in città. A me sono situazioni che piacciono, anche se a volte ho la voglia insensata di fare una strage, soprattutto quando vedo gente che sporca o che spintona e si comporta, alla fine della fiera, da maleducati - ma questo è una cosa che succede ovunque, anche a Serra San Quirico. Mi piace l’aria di tranquillità, festa o comunque la serenità di persone che sono li per divertirsi, esattamente come ho fatto io. 

Mattia mi ha chiesto più volte quale è stata la cosa che ho preferito visitare e devo dire che la scelta è ardua, perché di cose belle ne abbiamo visto a bizzeffe. Diciamo che il podio se lo giocano la visita al Palatino, Castel Sant’Angelo e la Cripta dei Cappuccini, non strettamente in quest’ordine. Sono tre cose molto diverse tra loro, con delle caratteristiche particolari. 
Quella che si visita in minor tempo è la Cripta: si trova in Via Vittorio Veneto nella chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini. Il biglietto intero viene otto euro (non si può usare il Roma Pass) e puoi vedere il museo e la cripta. Anche se il punto forte è ovviamente la cripta, anche il museo è molto interessante: ripercorre dall’inizio la storia dell’ordine dei Cappuccini, dallo scisma con gli altri francescani, fino alle figure più conosciute dei nostri anni. Ci sono molti cimeli particolari, come ossari, breviari e bellissimi libri con miniature, tutte cose che per una amante della storia come me sono sempre belle da vedere. Poi si continua nella cripta e li le cose si fanno molto interessanti. 
La particolarità del luogo è che è totalmente decorata ed arredata con le ossa dei frati cappuccini morti duranti i secoli. Viene usata ogni cosa, i teschi, le ossa del bacino, le scapole, in modo che si possa dare alle stanze una sorta di bellezza macabra e orrorifica, nonostante le finestre che spandono luce all’interno. La cosa più allucinante sono i frati riposizionati in piedi: fanno abbastanza paura. 
Molto più famoso è Castel Sant’Angelo, nato come il Mausoleo di Adriano, riconvertito come prigione, rocca dei Papi e poi come museo dello stato italiano ai giorni nostri. In un paio di ore, in un solo sito, si possono vedere tutti gli strati della storia romana dall’impero alla repubblica. Senza dimenticare le sale interne decorate con stucchi e affreschi, i camminamenti su due piani differenti e la splendida terrazza su cui svetta l’arcangelo e da cui si può vedere tutta Roma: uno spettacolo incredibile. 
Se il Colosseo e i Fori Romani sono le attrazioni più visitate, il Palatino segue di poco, anche perché si entra con lo stesso biglietto (12 euro in totale). È molto esteso, con decine di rovine tutte ben descritte. Ci sono dei cartelli, non troppo lunghi e quindi neanche troppo tecnici, alla portata di tutti. L’unica cosa è che bisogna entrare sapendo che si dovranno passare almeno un paio di ore se si vorrà vedere tutto, altrimenti si perderà assolutamente qualcosa. 

Fuori classifica, un’altra cosa che mi è piaciuta tantissimo di questa vacanza, è l’essere stata presente come pubblico alla trasmissione di Rai 3 Gazebo, in onda giovedì e domenica in seconda serata: io e Mattia siamo andati al Teatro delle Vittore e abbiamo passato un’oretta e mezza ridendo e divertendoci tantissimo, grazie a Diego Bianchi (in arte Zoro) che ci ha messo subito a nostro agio facendo battute e prendendo bonariamente in giro le persone presenti in studio. Anche questa è un’esperienza che vorremmo rifare in un futuro, magari di domenica, quando la puntata è molto più lunga ed intensa. 


E voi quale vacanze ricordate come paradisiaca? Dove consigliereste di andare e cosa vedere in specifico?

Con Diego Bianchi, alias Zoro, conduttore
                                     
Con Missouri 4, alla guida del paese

Con la giornalista Francesca Schianchi

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