mercoledì 13 gennaio 2016

Sui libri distillati

Crediti: Dailybest.it
“Il meglio della narrativa mondiale scelto e distillato per offrirti l’essenziale. Un’occasione unica per vivere il piacere della lettura senza perdere nulla della trama o della piacevolezza del racconto.”
Questo è l’incipit sulla pagina ufficiale dei famigerati libri distillati della "Centauria" di cui si è molto parlato in quest’ultima settimana: non sono dei riassunti, così ricercati da orde di studenti in panico scolastico, ma veri e propri taglia e cuci di libri per snellirli e renderli più accessibili a tutti.
I primi due libri che hanno subito questa distillazione sono “Uomini che odiano le donne” dello svedese Stieg Larsson e “Venuto al mondo” della nostrana Mazzantini. Non avendo letto il libro della Mazzantini, posso solo riferirmi a quello di Larsson e seriamente mi domando come si possano tagliuzzare circa quattrocento pagine delle seicento e passa di cui il tomo originale è formato, e pensare che non si “perde nulla della trama o della piacevolezza del racconto”. La bellezza incredibile di “Uomini che odiano le donne” non è derivata solo dal caso che i protagonisti devono risolvere, ma anche dal contorno di questi personaggi, le loro vite, i loro pensieri, dove e come vivono, tutte cose che, immagino, verranno passate sotto le forbici, solo per mantenere quei pezzi di azione. Togliere ai libri i contorni, chiamiamoli così, significa decurtarli, sminuirli e farli passare per un volgare riassuntivo: tanto varrebbe andarsi a leggere le descrizioni su Wikipedia.
La seconda questione è: questi libri avvicineranno persone alla lettura? Riusciranno ad aumentare i lettori nostrani? La mia risposta è no. L’italiano che non legge, non lo fa perché il libro è grosso, semplicemente non si cimenterebbe neanche con “Il Gabbiano Jonathan Livingston” perché di leggere non gli interessa manco per nulla. La lettura è un piacere che nasce fin da quando si è giovani e raramente il piacere nasce con l’età. È più facile che un adulto che legge molto sia stato un adolescente che leggeva molto, quindi un libro anche con cinquecento pagine non lo spaventa e certo non andrebbe a prendersi un distillato.

Di buono c’è che mi sembra che questi libri non stiano avendo molta fortuna: ho letto moltissime critiche da parte dei lettori e spero che vengano ascoltate, per tornare a parlare solo di libri interi e non deturpati.

2 commenti:

  1. Iniziativa tremenda! Non capisco a che cosa possa servire: se non ti piace leggere, non leggi 100 pagine, come non ne leggi 1.000. Non vedo come possa invogliare leggere una storia, sapendo che è stata "distillata"

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    1. Non posso che concordare: distillare un libro equivale a deturparlo, ne sono sempre più convinta.

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I commenti son ben accettati, molto meno gli insulti immotivati. Grazie :)