mercoledì 27 gennaio 2016

#escile o non #escile?

Si è discusso abbastanza sui social network di una goliardata nata alla Bocconi di Milano, cioè una gara tra atenei a scontri di tette. Con l’hastag #escile in bella vista, decine di ragazze si sono fotografate il seno seminudo e l’hanno postato specificando l’università di appartenenza: più foto di ragazze di un ateneo e più punti prendeva proprio quell’università.

Ho deciso di soprassedere sul perché queste ragazze abbiamo deciso di partecipare in questa maniera: credo che sia un misto di incoscienza e voglia di mettersi in mostra, ma alla fine non è il motivo per cui ho deciso di scrivere oggi.
Sono dell’idea che nel 2016 ogni donna dovrebbe avere la possibilità di fare quello che vuole del suo corpo e di come mostrarlo. Io, personalmente, non avrei mai fatto una foto del mio seno per metterlo in competizione con altre, ma queste sono scelte personali. Del resto loro hanno deciso di farlo e quindi le rispetto e vado avanti.
In verità quello che mi ha attirato a questa goliardata è stato questo articolo  che è girato per un po’ anche su Facebook: è un caso di ipocrisia talmente grande che mi viene da ridere, se la faccenda non fosse da piangere.
Ricapitoliamo: sei l’admin di una pagina che ha indetto un concorso per vedere una caterva di seni e sederi da tutta Italia. Probabilmente ci ridi sopra, ci fai i commentini con i tuoi amici, compagni di bravata, però poi ti arrabbi se la tua ragazza partecipa al gioco?

Scusa?

Dammi una spiegazione logica sul perché ti incazzi e il “è la mia ragazza, solo io posso vedergliele,” non vale. E non è che non vale perché lei non sa che tu sei l’admin, non vale perché il seno è suo e può farlo vedere a chi gli pare e nessuno può dirle nulla. Questa cosa del possesso tutto maschile è aberrante: io donna non posso decidere a chi mostrare o dare il mio corpo in piena autonomia, pena essere etichettata con i peggio insulti. Cagna, troia, puttana, zoccola e altre belle parole, tutte pronte ad essere lanciate verso delle ragazze che in tutta libertà hanno scelto di fare qualcosa che ai maschi non va.
Insomma, una ragazza, specialmente se bella e ben fornita che fa mostra di sé, è solo una una poco di buono che la da a tutti e quindi non merita rispetto. D’altro canto se a farlo è un uomo, viene considerato un vero maschio.

Ho trentaquattro anni e ancora non riesco a capire perché si debbano fare queste distinzioni: una ragazza che vuole fare sesso con partners diversi e magari non vuole legarsi sentimentalmente a nessuno, merita veramente l’epiteto troia? E perché? Non sono affari suoi se vuole farlo con chi le pare? La risposta è sì, sono fatti suoi e nessun uomo, che sia il padre, il fratello o gli amici. Gli unici che potrebbero avere qualcosa da ridire sono gli eventuali fidanzati o mariti, ma questa è una questione puramente di coppia e che va risolta nel loro privato. Se una ragazze è single e ha voglia di andare a letto con un ragazzo, ma che magari conosce poco, ha il sacrosanto diritto di farlo senza essere additato come una poco di buono, come se fosse immondizia e i maschi che non lo vogliono capire, possono pure continuare a farsi seghe guardando i seni delle ragazze che tanto insultano sulla pagina di Spotted di Milano.

Io preferisco nettamente la risposta dell’Università di Trieste.

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